Elogio della imperfezione

Elogio della imperfezione

Sul lavoro il perfezionista ha bisogno di organizzazione e di tenere tutto sotto controllo e al proprio posto. Ha la tendenza a pianificare tutto in anticipo. Non tollera il disordine, l’incertezza, l’ambiguità. I perfezionisti sono i più adeguati nei contesti lavorativi altamente organizzati e prevedibili.

Il perfezionista è meticoloso, diligente e sistematico, paziente con i dettagli e la routine, è un tipo che può lavorare molto intensamente. Il perfezionismo può assumere lineamenti “patologici” nel caso in cui nessun compito viene portato a termine perché ritenuto non rispondente a quello desiderato, ricercato ed atteso. Effettivamente il perfezionista patologico è ossessionato dalla purezza assoluta di un risultato non umanamente raggiungibile.

Nei rapporti con i colleghi il perfezionista tende ad avere delle difficoltà perché non si sforza di comprenderli ed apprezzarli.

Esistono alcuni test di personalità, come il JTI – Jung Type Indicator oppure l’MBTI – Myers-Briggs Type Indicator, che riescono ad individuare, entro una gamma di 16 tipi di personalità, quello che più si avvicina al quadro appena descritto

Il perfezionista avrà più successo e quindi maggiori probabilità di carriera nelle mansioni in cui la meticolosità, l’ordine, la prevedibilità, la certezza, l’accuratezza, l’organizzazione e la pianificazione sono elementi critici di successo professionale: ad esempio nelle mansioni amministrative, contabili, ingegneristiche, di programmazione, di manutenzione e di controllo.

Il perfezionista può trovarsi in gravi difficoltà quando deve prendere delle decisioni in cui regna l’incertezza e l’ambiguità: in queste circostanze può andare incontro a delle vere e proprie impasse decisionali. Inoltre sarà quasi del tutto incapace ad affrontare gli imprevisti, le eccezioni, le irregolarità, le sfumature.

Oggi molte aziende si trovano ad agire su mercati estremamente competitivi, turbolenti e dinamici. In questi settori “l’incertezza è l’unica regolarità”. Questa condizione materiale si riflette nei modi e nei metodi di lavoro, per cui si richiedono personalità altamente flessibili dal punto di vista cognitivo, dalla capacità di adattamento ai continui cambiamenti, dalla capacità di prendere decisioni strategiche con pochissimi elementi conoscitivi e pochissime certezze. Da qui l’elogio dell’imperfezione, intesa come intuito, creatività, inventiva e improvvisazione.

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