La babele dei sondaggi elettorali in Italia

La babele dei sondaggi elettorali in Italia

La popolazione italiana maggiorenne, secondo i dati ISTAT del 2010, supera di poco i 50 milioni e 100 mila cittadini. I sondaggi elettorali sono condotti su campioni straordinariamente piccoli rispetto alla popolazione, spesso infatti non superano le 1500 persone, cioè sono quasi sempre lo 0,00003 % della popolazione italiana adulta (prima criticità: campioni troppo piccoli, sebbene con errori di campionamento controllati, di solito +/- 3,00%)

Questi 50 milioni di individui hanno caratteristiche socio-demografiche, culturali ed economiche che il piccolo campione deve necessariamente riprodurre in scala, perchè sono caratteristiche che possono incidere sulle scelte e sugli orientamenti politici, e quindi vanno riprodotti in modo il più possibilmente identico all’universo campionario. Il compito degli istituti che si occupano di sondaggi elettorali è quello di riprodurre nel modo più fedele possibile, ma in scala ridotta, l’intera popolazione di cui si vuole registrare l’orientamento politico elettorale.

Per questo motivo le 1500 persone incluse nei sondaggi sono scelte con il metodo denominato campionamento casuale stratificato per quote, che ha un unico grande difetto che consiste “nel fatto che la disponibilità all’intervista – essendo determinata da fattori quali abitudini, reperibilità e predisposizione psicologica – può condurre alla sottostima sistematica della variabilità esistente nella popolazione” (Wikipedia, l’enciclopedia libera) (seconda criticità: metodo di campionamento di comodo)

Per arrivare ad ottenere 1000 interviste (telefoniche) valide gli istituti debbono quasi sempre contattare casualmente dalle 3000 alle 5000 mila persone, perchè il tasso di rifiuti e sostituzioni supera quasi costantemente il 75%. Decine di intervistatori contattano via telefono il cittadino attingendo a delle liste ed elenchi di telefonia fissa (oppure, meno probabilmente, di telefonia mobile), con l’ausilio di strumenti informatici: si usa il metodo CATI che indica una intervista telefonica condotta da un operatore assistita da un computer. Un software compone casualmente un numero telefonico estratto da degli elenchi pubblici (terza criticità: gli elenchi e le liste di contatto telefonico escludono persone e famiglie che si sono iscritte al registro delle pubbliche opposizioni che impediscono di essere contattati per ricerche, promozioni e via dicendo. Esclude i nuovi iscritti, esclude le persone che cambiano numero. Questi elenci potrebbero introdurre delle distorsioni nel campionamento. Per mitigare questa possibile fonte di alterazione dei dati alcuni istituti di ricerca utilizzano in parallelo al CATI il metodo CAWI, che consite nella raccolta dei dati via internet). La prima stratificazione del campione per quote avviene a questo livello, laddove il software è programmato a contattare utenze telefoniche secondo la posizione geografica (Nord Italia, Nord-Est, Nord-Ovest, Centro-Nord, Centro, Sud Italia, Isole; e inotre Grandi centri urbani, Piccoli comuni, e via dicendo). Poi, quando qualcuno dall’altra parte del telefono risponde, l’operatore domanda se a quella utenza è presente una persona con determinate caratteristiche socio demografiche (ad esempio possono chiedere se è presente una persona di sesso femminile tra 18 e 35 anni oppure oltre 60 anni per quotare la stratificazione del campione per sesso ed età anagrafica). In caso affermativo l’operatore chiede di parlare con quella persona, oppure si fa dare un appuntamento per ricontattarla. Se la persona così individuata al successivo appuntamento si rifiuta di rispondere, l’operatore deve comunque riempire la casella della quota mancante avviando altre telefonate casuali, e così il software ricomincia a contattare altri numeri telefonici. Con questo metodo si rischia creare dei campioni con alcune distorsioni sistematiche, in quanto potremmo avere selezionato inavvertitamente delle persone che hanno una maggiore predisposizione psicologica e culturale a fornire informazioni sui propri orientamenti politici, e quindi si rischia di raccogliere informazioni di un sottogruppo non realmente rappresentativo dell’intera popolazione. (quarta criticità: si raccolgono informazioni prevalentemente da persone psicologicamente predisposte a collaborare. Quelli più riottosi, oppositivi, stanchi, impazienti, arrabbiati, o semplicemente disinteressati, si autoescludono, introducendo una possibile distorsione campionaria).

Terminata la fase di raccolta dei dati con le interviste telefoniche si procede alla “pulitura” dei dati numerici grezzi, per poi passare alla analisi statistica ed alla applicazione degli algoritmi per correggere le distorsioni. Il primo problema che si deve affrontare dal punto di vista statistico è legato all’elevata frammentazione del quadro politico italiano. Il problema non sta tanto nei partiti di più grandi dimensioni, quanto nelle forze politiche più piccole i cui dati possono essere letteralmente ingestibili (quinta criticità: i dati raccolti riferiti alle formazioni politiche di più piccole sono poco affidabili, così come i piccoli scostamenti tra una rilevazione e l’altra. Per superare questa criticità occorrerebbe estendere in modo esponenziale la grandezza del campione. Una eccezione per il Movimento 5 Stelle, che sicuramente è una forza numericamente rilevante nel quadro politico attuale (fine gennaio-inizio febbraio 2013) ma che ciononostante non riesce a mettere d’accordo i vari istituti di ricerca. Alcuni lo stimano all’11-12% altri al 18-19%. Anche queste grandi discordanze sono legate ad errori di campionamento).

Occorre fare anche delle considerazioni sulle società che eseguono i sondaggi elettorali e sull’uso propagandistico dei risultati stessi. Il soggetto che realizza un sondaggio viene pagato da un committente. Alcune società di ricerca in passato hanno sistematicamente alterato/inventato i dati per creare fenomeni inesistenti con l’ausilio della cassa di risonanza mediatica, in modo da influenzare gli orientamenti politici delle persone incerte (come si sa bene, tanta gente tende a “salire sul carro vincitore”, anche virtuale) (sesta criticità: integrità delle società di ricerca con forti legami con le committenze politiche).

Conclusioni

1. I sondaggi elettorali in Italia sono più difficoltosi a causa dell’elevato numero di soggetti politici; i dati riferiti ai partiti più piccoli sono quasi sempre scarsamente affidabili;

2. I sondaggi elettorali sono misure di orientamenti, opinioni e tendenze probabilistiche, non sono misure di fenomeni reali. Mediamente gli scarti di errore per le grandi formazioni politiche sono del +/- 3,00%; è soltanto una esigenza mediatica fare credere di rilevare reali fluttuazioni di opinione a seguito di “shock” propagandistici;

3. In questo momento (inizio febbraio 2013) si vorrebbe accreditare il recupero e la rimonta dell’uno rispetto all’altro. Ma occorre chiedersi: recupero e rimonta rispetto a cosa? Neanche stando a quanto riportano i sondaggi si registra una rimonta, ma piuttosto un riposizionamento mediatico sullo scenario politico di figure carismatiche eclissate ad arte per circa un anno; nel marketing politico una figura carismatica generalmente vale il 5-6% sulla baseline;

4. Il Movimento 5 Stelle essendo una reale novità del quadro politico italiano, raccoglie molti consensi nell’area grigia del non voto, di chi votava scheda bianca o la annullava; probabilmente per questo motivo alcuni istituti di ricerca hanno difficoltà a rilevarlo in modo affidabile, sebbene non sia di piccole dimensioni. I tanti rifiuti e sostituzioni dei “sondati” possono appartenere più spesso a quest’area, sostituiti con altri non appartenenti a quest’area;

5. I sondaggi elettorali sono artefatti scientifici complessi, che hanno la capacità di alterare i fenomeni da essi stessi rilevati attraverso l’esposizione propagandistica dei loro risultati; (settima criticità)

(articolo scritto il 07.02.2013)

Spigolature

Dopo il nuovo fallimento dei sondaggi elettorali in occasione delle Elezioni del Parlamento Europeo aggiungiamo altri link a quelli che avevamo elencato dopo i risultati delle Elezioni Politiche del 2013.

Elezioni Europee 2014: i sondaggisti se la prendono con gli elettori “mentono, sono infedeli e volatiti” (27.05.2014)

Dalle politiche alle europee, i sondaggi fanno ancora flop (26.05.2014)

I sondaggi perdono ancora punti. Ormai sfornano solo flop (26.05.2014)

L’illusione del cavaliere e la “rismonta” del PD (04.3.2013)

Sondaggisti e arrampicate (27.2.2013)

Elezioni 2013, flop dei sondaggi. Corbetta (Ist. Cattaneo): “Gravi errori” (25.02.2014)

Elezioni 2013, il flop dei sondaggi (25.2.2013)

Il giorno nero dei sondaggi (26.2.2013)

Sondaggi e Disinformazione (26.2.2013)

PoliticApp ritirata, la rabbia di Swg

Media di Sondaggi al 7-2-2013

Sito ufficiale dei sondaggi politici ed elettorali

 

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