The burnout challange – Come trasformare lo stress in successo lavorativo

The burnout challange – Come trasformare lo stress in successo lavorativo

Il burnout è un fenomeno sempre più diffuso nel mondo del lavoro, soprattutto in tempi di crisi e di incertezza. Per burnout si intende  uno stato di esaurimento emotivo, mentale e fisico causato dallo stress cronico e dalla una percezione di inefficacia e di mancanza di significato nel proprio ruolo professionale. Il burnout può avere conseguenze anche gravi sia per la salute e il benessere dei lavoratori, sia per la produttività e la competitività delle organizzazioni.

Per affrontare questa sfida, i due maggiori esperti mondiali sul tema, Christina Maslach e Michael Leiter, nel loro ultimo libro “The Burnout Challenge”, libro tradotto in italiano con il titolo, Il benessere sul lavoro. Come evitare il burnout e valorizzare le relazioni personali. Giunti, Maggio 2023, presentano la loro visione basata sulle evidenze scientifiche di come prevenire e contrastare il burnout, partendo da una profonda comprensione dei suoi fattori determinanti e delle sue manifestazioni, come peraltro avevano già anticipato nell’anno 2000 con il volume, edito da Erickson, dal titolo: Burnout e organizzazione. Modificare i fattori strutturali della demotivazione al lavoro. Erickson, Novembre 2013.

Maslach e Leiter discutono l’idea ormai piuttosto consolidata che il burnout sia essenzialmente un problema personale, da risolvere individualmente attraverso terapie individuali, tecniche di rilassamento oppure al limite cambiando lavoro. Essi sostengono, piuttosto, che il burnout sia un problema che deve essere affrontato socialmente sul posto di lavoro, perché è causato dalle dinamiche presenti sul posto di lavoro.

Attingendo ad aneddoti illustrativi e citando numerose ricerche sul tema, “The Burnout Challenge” mostra come le organizzazioni dovrebbero cambiare per promuovere una produttività sostenibile. Maslach e Leiter danno consigli ai manager sulla scelta dei questionari da proporre ai lavoratori, per rivelare i problemi sul posto di lavoro e per poi organizzare le soluzioni.

Si stima che più di 500 miliardi di dollari e 550 milioni di ore lavorative vengono perse ogni anno a causa dello stress sul posto di lavoro, e che la maggior parte delle volte sia causato da ambienti di lavoro disfunzionali.

Quando i lavoratori sentono di essere “ignorati, limitati, manipolati, diffidati e minati”, diventano sempre più frustrati. L’esaurimento cronico, il cinismo e un senso di inefficacia sono favoriti da problemi che includono il sovraccarico di lavoro, la rottura del senso di  comunità, il senso di mancanza di controllo da parte dei lavoratori, problemi che si sono aggravati durante la pandemia, quando il lavoro da casa ha eroso anche i confini tra lavoro e vita privata.

A causa della stigmatizzazione del burnout come segno di debolezza personale, i lavoratori “spesso sono riluttanti ad auto-identificarsi come aventi questo problema o come bisognosi di aiuto in tal senso”. Il burnout è “un fenomeno sociale” che deve essere affrontato con soluzioni organizzative. Nonostante la dilagante industria del self-help dia consigli pratici per alleviare lo stress dovuto anche al burnout come dormire di più e meglio (o almeno a sufficienza) e mangiare cibi sani, e se possibile dedicarsi alla meditazione o alla mindfullness, o quant’altro, questi suggerimenti da soli restano dei palliativi che non elimineranno davvero le cause del burnout, che è dovuto certamente ad uno squilibrio tra i lavoratori e i loro ambienti di lavoro.

Questi mismatch (cattivi adattamenti), come hanno scoperto gli autori, possono essere individuati attraverso riscontri (feedback) diretti ricevuti dai lavoratori e/o dai manager, tramite questionari per la misura del clima e/o assessment organizzativi. Una volta identificate le aree problematiche alla base dello squilibrio, i datori di lavoro dovrebbero considerare i modi per migliorare il rapporto tra ambiente di lavoro e persona, ad esempio creando un carico di lavoro sostenibile, coltivando una comunità di lavoro che sia di supporto e dando ai lavoratori un’ampia scelta, sotto forma di autonomia e di controllo, un trattamento più equo, la distribuzione delle ricompense e una condivisione dei valori organizzativi che spesso vengono declamati in modo altisonante, ma che rimangono soltanto come dichiarazione di intenti.

I suggerimenti di Maslach e Leiter sono davvero ricchi di spunti per tutti coloro che vogliono trasformare realmente lo stress in adattamento sul lavoro, sia a livello individuale che collettivo. Offrono degli spunti teorici e pratici, basati su una solida ricerca empirica e su una lunga esperienza sul campo. Il libro è consigliato per manager, leader, consulenti, formatori, coach, psicologi del lavoro e a tutti i professionisti che si occupano di benessere organizzativo e di gestione delle risorse umane.

 

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